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Chi pensava che la scuola…
Chi pensava che la scuola,
in questi momenti terribili che stiamo vivendo, avesse
più bisogno di portare avanti la didattica tradizionale
e terminare i programmi, sbagliava! Ancora una volta
sono venuti in soccorso i meravigliosi insegnanti
partigiani dei valori che hanno dovuto fare i conti con
tecnologie a volte inesistenti, oppure insufficienti, o
addirittura obsolete. Hanno sperimentato in campo, per
non dire in trincea, tali difficoltà, ma non hanno fatto
mancare il loro sostegno e la presenza costante ai
propri ragazzi e ragazze. Come per i medici e tutto il
personale ospedaliero che si stanno occupando della vita
degli uomini, loro si stanno occupando dell’animo.
Trasmettono sicurezza, assicurano, si prendono cura
delle emozioni dei giovani affinché non restino
schiacciati dal panico. Altro che privacy! Sono entrati
nelle case e hanno rassicurato anche i genitori, un
Paese impaurito che oggi sta reagendo, consentendo che
crescesse quel numero di persone responsabili e
coscienti per affrontare un nemico invisibile con le
armi della Cultura, contro gli errori visibili del
passato. Nel precedente report abbiamo parlato di
ragazzi che hanno scelto di aiutare l’animatore digitale
della propria scuola e hanno offerto come dono ad altre
scuole tempo e competenze per accedere alle piattaforme
delle videoconferenze online. Le meravigliose esperienze
che stanno avvenendo da nord a sud del nostro Paese sono
tante: insegnanti che avevano fatto esperienza di
didattica a distanza con giovani che non potevano
frequentare perché malati hanno passato questa loro
conoscenza a loro colleghi. Dirigenti, docenti, tecnici
informatici mandano “segnali a distanza” che ravvicinano
ragazzi e genitori. Dobbiamo preservare e conservare
esperienza e ricchezza di queste settimane per il
futuro, riflettere su questi valori per dare continuità
al lavoro iniziato. Ragazzi e ragazze dopo la prima
settimana di “offerta didattica” da parte dei propri
insegnanti hanno cominciato ad aiutare i propri genitori
nelle faccende domestiche, o in garage con papà a
condividere nuovi hobby. Un ragazzo ha chiamato il
proprio nonno che abita in un’altra casa e ha chiesto al
telefono di raccontargli le sue storie. Ha continuato a
farlo anche nei giorni successivi scrivendo i racconti
nel suo computer. Ecco la magia dell’esercito degli
insegnanti: dall’angoscia passare a generazioni che si
avvicinano. Lo scorso anno delle giovani sentinelle
di Siracusa si sono occupate dei propri nonni e ci
avevano fatto capire come spesso l’anello mancante dei
rapporti fra nonni e nipoti siano proprio i genitori.
Partendo da queste due esperienze, la Fondazione vuole
rendere “virale” con altri giovani e giovanissimi
l’esperienza di chi trascrive i racconti del nonno,
proponendo a ciascuno di chiamare i propri per farsi
raccontare le loro storie. La Fondazione si impegna a
pubblicare nel volume del progetto delle Giovani
sentinelle, Idee e proposte dei giovani 2020, alcune di
tali storie. Avranno la funzione di tenere viva la
memoria, di rinsaldare i legami fra le generazioni, a
tenerle unite in questi momenti terribili in cui si
corre il rischio di perdere i propri cari più fragili, a
tenere viva la memoria dei fatti, anche di quelli
piccoli, grazie agli attori e ai registi della nostra
scuola italiana, alla loro straordinaria energia, al
loro impegno di formatori di anime. Tutte queste
ragioni danno senso a rinnovare il nostro impegno al
fianco di docenti e giovani. Lo abbiamo fatto e lo
faremo, nel difendere i valori del convivere civile.
Siamo vicini ai tanti funzionari e dirigenti del Miur e
delle Istituzioni cui sta a cuore il valore della scuola
pubblica e della legalità. Rinasceremo, facendo
tesoro di queste esperienze, nel combattere ancora di
più quegli errori “visibili”, difendendo il Servizio
sanitario nazionale e la scuola pubblica. Due sistemi
che negli anni hanno subito tagli irreversibili perché,
nella logica della new economy, non redditizi!
Continueremo a stare vicini a uomini e donne di buona
volontà di tutto il nostro Paese, persone come li
definiva Antonino Caponnetto, che lavorano per l’Italia
con passione e dedizione, facendolo al di là dell’essere
osannati o condannati secondo la situazione del momento.
Ci auguriamo di passare presto da questo incubo per
consolidare i bisogni dei tanti contro gli interessi dei
pochi. Parleremo ad ottobre di queste ragioni come pure
dell’Unione Europea o, meglio, e ce lo auguriamo, degli
Stati Uniti d’Europa.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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Ragazzi, godetevi la
vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani
di questa nuova Resistenza, la Resistenza dei valori, la
Resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di
pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e
consapevoli. State attenti, siate vigili, siate
sentinelle di voi stessi! L’avvenire ? nelle vostre
mani. Ricordatelo sempre!
Antonino Caponnetto
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